mercoledì 9 marzo 2016

è tempo di altre cose

So che quando un blog abbandona il campo è sempre un pezzetto di cuore che se ne va...lo so perchè l'ho provato anch'io tante volte quando vedevo blogger amici chiudere i battenti. Eppure non riesco neanche, per ora, a trascinare un'esperienza che risente da mesi e mesi di una fiacca spaventosa, barcamenandosi tra sprazzi (ancora, a volte) di entusiasmo e ricadute in stallo totale.

I tempi son molto cambiati da quando ho avviato il mio blog, quasi sei anni fa. Gli impegni con la mia famiglia di origine, per avvenimenti che ho raccontato in parte qui sul mio diario, si sono a dir poco raddoppiati, il mio interesse per i mercatini ha preso piede sempre di più e ho iniziato già a prepararmi per uno che si svolgerà a maggio. Anche il mio lavoro (che inizialmente aveva parecchia influenza sui post che preparavo)  si è in parte modificato, assottigliando di molto la parte ludica a favore di quella scolastica, cosa sicuramente interessante, ma che mi offre meno spunti per scriverci un post.

Sto prendendomi inoltre cura, come sapete,  della mia pagina facebook dedicata alle mie creazioni (https://www.facebook.com/ilbicininodininfa/)  e, cosa nuova nuova, sto lavorando dietro ad alcuni  progetti che spero di poter condurre all'interno di un'associazione.
Insomma, il tempo per tutto ciò che si vorrebbe fare non basta mai e io odio far le cose di corsa...

Quindi con dispiacere, ma anche con convinzione, ho deciso di prendermi un ennesimo periodo di sospensione. Lo sapete che tanto non sparirò del tutto, spesso verrò a tastare il polso al mio blog, risponderò ai commenti e  terrò d'occhio questo mio "territorio" perchè qualcuno non me lo rubi. Già, questa è la cosa che più mi inquieta...mi è successo infatti di vedere alcuni blog smessi da diverso tempo spodestati da persone molto disoneste che vi avevano istallato i loro orrendi siti pubblicitari. Beh, mi dispiacerebbe veramente, perchè è vero che in questo periodo non sto mostrando molto amore per il mio "diario", però è e rimarrà sempre una cosa sorprendente da me creata e da voi alimentata a cui tengo tantissimo.

E allora arrivederci, arrivederci più avanti...quando verrà nuovamente il tempo del blog. Io ci credo!
 
mazzolino di fiori origami
 
Un abbraccio forte a tutta la grande, bellissima famiglia dei bloggers!

giovedì 4 febbraio 2016

due belle sorprese...dalla Sicilia e dalla Sardegna

Neanche a farlo apposta, nei giorni di inizio anno, ho avuto due sorprese provenienti dalle nostre due splendide isole e da altrettanto splendide persone.
Una me l'ha fatta Mr. Hyde, un amico blogger di cui ho parlato in più di un'occasione, che ha deciso di inserire in un video di sua produzione alcuni dei miei primi disegni, dei visi di donna che avevo disegnato a matita su cartoncino, e che lui conosceva perchè tra noi c'era stata una collaborazione (qui l'emozionante post a quattro mani). Se già conoscete Hyde sapete che in questo campo lui è un mago, anche in questo caso si è occupato del montaggio e della colonna sonora, tutto molto curato nei dettagli.
 Il tema del video è una poesia di Nino Martoglio, un poeta siciliano vissuto tra l'Ottocento e il Novecento. Recitata, come mi ha precisato Hyde, da un amico cultore di questo personaggio. Vi posto anche la traduzione in italiano che mi è stata gentilmente fornita, perchè è vero che il senso e la forza di questo testo arrivano lo stesso, grazie alla musicalità del dialetto e all'espressività della voce, però comprendere meglio ciò che viene recitato ce lo fa amare di più.

PICCOLINA
Eri piccina e quando t'incontrai
da tanto tempo già ti conoscevo,
ché fin da bimbo, con la fantasia,
tale e quale così t'immaginai.
Che cosa ho fatto nella vita mia
Finché a te non mi sono accompagnato?
Io non ti dico, no, che non ho amato,
perché non voglio dire la bugia.
Ho amato, troppo amato, ma a distanza,
dentro il mio cielo, lindo o nuvoloso,
sempre t'ho vista, e sempre più graziosa.
Perché, quando mi sei venuta accanto,
perché appena hai assunto forma umana,
Ha tremato il mio cuore, spaventato?
Dopo averti chiamata con diversi
nomi gentili e dai dolci sapori,
nomi richiesti a prestito dai santi,
rubati alle farfalle e a molti fiori,
un giorno in cui il mio cuore era festante,
in questo nostro magico dialetto,
ho colto il nome vero il più galante:
Nica, icuccia mia, Nica d'amore!
E Nica eri per me... Nome toccante,
oh, nome antico, nome di dolore,
quante pene mi costi e quali pianti!
Ancora, ancora, abbandonato amante,
ti penso, nome dolce e traditore,
e ti consacro qua, dentro i miei canti!
Voi, femmine curiose: maritate,
vedove, schiette, vecchie o giovinette;
uomini maldicenti, abituati
a fare con la lingua cuci e scuci;
se fra i miei versi tutti voi cercate
il nome suo, se ne siete curiosi,
potete ben far conto di restare
con gli occhi secchi e le lingue allappate.
Tutti i tormenti ci ritroverete
che lei m'ha dato e tutte le carezze;
ci troverete gli occhi suoi lucenti,
i suoi vezzeggi ed i suoi tradimenti;
ma quel suo nome pieno di dolcezze,
io non metterò mai in bocca alla gente!
Ho nel midollo della testa mia
come una folla fitta di pensieri,
che s'attorciglia e forma una tempesta,
vampando il fuoco di cento bracieri.
Ora ti credo vile ed ora onesta,
ora il tuo dire tengo per sincero,
ora all'orecchio, una voce molesta,
mi dice che tu fingi per mestiere.
E mentre ti vorrei portar disprezzo
so che senza il tuo alito odoroso
a questo mondo io non potrei vivere.
E torno mogio mogio ed implorante
per rimanerti accanto e per baciare
i tuoi occhietti e le tue belle labbra.
No, no, sta' zitta, Nica non parlare...
Lo so, sì, lo so bene chi tu sei,
ed io te lo domando, sai perché?
Perché mi piace far che tu mi inganni.
E ingannami, che vuoi, sono così...
se ti confessi, poi, che t'ho da fare?
Femmina traditrice non può amarsi,
e senza amarti, io che faccio, che?...
No... parla, è meglio, non dir più bugia:
confessati: peccato confessato,
si suole dire, è mezzo perdonato...
Io ti perdono... parla, Nica mia,
contami tutto... fallo, per piacere...
... Aspetta, Nical... No!... Non me lo dire!...
Ah, se sapessi, tu, quali nottate
io passo in questo letto sconsolato!
Guardo nel buio con gli occhi sbarrati,
per il dolore mi si secca il fiato.
E le tempie mi battono sudate,
il cuore, me lo sento sradicato;
sento tutti i rumori delle strade,
ogni rumore fatto dai vicini...
Oh, se sapessi tu che eternità
è un'ora che trascorro in questo stato!...
Penso quando abbracciati dormivamo,
a quelle notti penso... Le hai scordate!
E penso, con i miei denti serrati,
c'ora t'abbraccia un altro innamorato!
Nica, sei stata sciocca: m'hai lasciato
credendo che a te tutto avessi dato,
e tutto quel che tengo conservato
ancora tuo non è, ce l'hai rimesso...
Quante carezze che non hai provate!
Quanti piaceri pieni di contrasti!...
Che sciocca sei, perché tu m'hai lasciato,
se il sacco mio non era ancor svuotato?
Son capace di dare certi baci,
sopra la nuca, accosto ai bei capelli,
che fan vibrar le carni come stelle...
E so incantare, solo che m'affacci
dentro gli occhietti delle belle... E so...
Nical... chi guardi, con quegli occhi freddi?!...
Ascoltami, e ti dico la tua sorte:
ho un coltello che è come un rasoio,
lungo e lucente, con la punta forte,
e notte e giorno l'affilo, l'affilo...
Con quel coltello devo darti morte,
con quel coltello devo farti un foro
in mezzo al petto e poi, l'ugne contorte,
devo strapparti il cuore... e mi consolo!
Dentro una grotta, dietro sette porte
serbo un fiaschetto con del vetriolo:
devo gettarlo in questi che tu porti,
occhi di maga, pupille turchine;
devo farti più brutta della morte,
allora sarò pago, e mi consolerò!
Tu non gioirne, cuore traditore,
ché non sono per te queste canzoni;
tu non sei donna che meriti amore,
tu femmina non sei di poesia.
Canto sopra una morta, sopra un fiore
Che ormai nel fango emana il suo fetore,
e canto il suo profumo antico e grato,
non il lezzo ora sparso per la via.
Canto la Nica scesa giù dai celi,
che mi voleva bene senza inganni,
e aveva nel suo dolce petto il miele.
Canto la Nica santa — lei, beata! —
A cantare per te, io mi vergogno,
non canto, no, per te, canto per quella!



Per me vedere scorrere anche i miei disegni, resi più particolari dai giochi di colori, in un video così ricco di suggestione, è veramente una cosa che mi ha fatto  felice, grazie Hyde!

E non è finita qui...l'altra sorpresa mi è arrivata invece da un'altra persona che alcuni di voi si ricorderanno, perchè, pur non essendo una blogger, è venuta spesso a visitare il mio blog. Erano già finite le vacanze di Natale quando inaspettatamente mi è arrivata una busta. In realtà, come lei mi ha detto in seguito, era stata spedita in occasione delle feste, ma si sa che le Poste non sempre son puntuali...e neanch'io, dato il ritardo con cui pubblico questo post... Beh, dicevo che è arrivata tardi e l'effetto sorpresa è stato quindi doppio!
Dentro alla busta, accompagnato da un biglietto, c'era un magnifico quadrino con soggetto sacro realizzato in origami.


Ogni volta che Emilia, così si chiama, mi spedisce qualche sua creazione, resto sempre stupita per l'originalità, la perfezione dell'esecuzione e la cura dei dettagli. Insomma, un vero gioiellino di carta! Ammiratelo anche voi e se volete dare un'occhiata agli altri regalini che in questi anni mi ha fatto, sfogliate all'indietro la tag "regali".


Un grandissimo grazie, Emilia!

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Spero di non annoiarvi troppo dicendo quello che è già molto evidente cioè che col blog sto arrancando... Alterno momenti in cui ancora  sono sostenuta dall'entusiasmo ad altri in cui mi sento del tutto disinteressata. Bisogna dire che quest'ultimo periodo anche dal punto di vista creativo è piuttosto piatto. Probabilmente dopo la frenesia dei mercatini di Natale e di un mese di gennaio alquanto impegnativo sotto l'aspetto di organizzazione familiare, ora ho bisogno di riposo, di passività.  E' il mio modo per ricaricarmi.
Mi scuso quindi con tutti voi, cari amici bloggers (e non solo), se le mie pubblicazioni e le mie visite sono abbastanza rade. Però vi penso e vi auguro di trascorrere un buon Carnevale!



mercoledì 6 gennaio 2016

anno nuovo, maglione vecchio + la storia della maglia...mia

Visto che siamo appena all'inizio di questo 2016 e voglio cercare di mantenermi sul leggero, non starò a raccontarvi le mie vacanze natalizie, un periodo che nelle mie aspettative avrebbe dovuto essere alquanto rilassante, mentre invece, per varie vicessitudini, a parte qualche oasi è stato davvero molto faticoso dal punto di vista fisico e mentale.
Chiudo quindi subito la parentesi, perchè mi infilerei in discorsi che prenderebbero una piega troppo personale e incomincio invece l'anno di blog con l'argomento MAGLIA. Sì, proprio maglia, quella fatta a mano. L'occasione me la dà Ma. che il primo gennaio ha voluto "rinnovare" un maglione vecchio, un maglione che non metteva da tantissimo tempo, ma a cui siamo tutte e due affezionati. Eh, sì, questo è il primo e finora unico maglione che gli ho fatto io con le mie manine!


Non una cosa recente, perchè è da tanto che non prendo i ferri in mano, direi che come minimo avrà 8,10 anni...  però si è mantenuto benissimo e a suo dire è caldo e confortevole, meglio di tanti maglioni comperi. Credo sia una delle mie cose più riuscite in questo campo e una delle più curate nelle rifiniture (scavi, collo, cuciture) merito anche di una negoziante che gentilmente mi aveva dato qualche dritta nei punti del lavoro per me più critici...e noiosi. Fosse per me avrei fatto tutti i maglioni con le attaccature delle maniche scese, avete presente? No?

Guardate allora la maglia della foto sotto, scattata, un bel salto di anni indietro, nell'appartamento della mia vita universitaria! Bruttina io in questa immagine, ma bruttina anche la maglia: scollo a V fatto maluccio e spalle scese con maniche troppo strette, eppure a me piaceva: era di lana soffice e di un rosa delicatissimo, tutta a maglia rasata con dei "semini" a punto rovescio disseminati. Solo chi ha provato il piacere di indossare un qualcosa fatto con le proprie mani potrà capire...

Ma facciamo un salto, ancora più grande, agli inizi della storia, della mia storia della maglia.

Devo dire grazie alla dolce a paziente "zia" P., mamma dello zio di mio babbo, parenti certo un po' alla lontana ma con cui ci trovavamo frequentemente, se durante un agosto trascorso in montagna assieme a loro, ho impararato a lavorare a maglia. Avevo solo cinque anni e mezzo e in ottobre avrei iniziato ad andare a scuola. Ero quindi in un certo senso abbastanza grandina, ma chi di voi lavora coi ferri, penso riesca ad immaginarsi quale possa essere stata la difficoltà di me bambina  tenere in mano e manovrare i ferri... Ho ricordi vaghi di queste prime lezioni di maglia, ma di sicuro il supporto della zia P. dev'essere stato non poco!
 Il mio primo lavoro, stampato nella memoria, fu una copertina  giallo pulcino per la bambola. Quante maglie mi sono cadute durante la lavorazione della copertina e quante me ne deve aver riprese su chi mi ha aiutato!

 Dopo quella esperienza, anni senza toccare ferri ne sono passati diversi, probabilmente l'iniziazione era stata un po' troppo precoce. Non ricordo a che età di preciso ho ripreso a far la maglia, ma so che da quel punto è esplosa la passione. Le varie foto che mi ritraggono mentre sferruzzo testimoniano che era di certo (assieme alla chitarra) uno dei miei passatempi preferiti.



Il lavoro a ferri è molto rilassante perchè ripetitivo  e allo stesso tempo, mentre si muovono ritmicamente le mani, si è libere di pensare ai fatti propri, di fantasticare,



ma si può anche chiacchierare con gli altri. Nelle mie lunghe vacanze in montagna lavoravo parecchio, perchè di tempo libero ne avevo un surplus!



Non sono passati secoli, ma sembra un altro mondo, vero? Pensare che quando io ero ragazzina o già una ragazza come nelle foto qui sotto, vi assicuro che era una cosa normalissima essere impegnate nella realizzazione di una sciarpa, di un maglione di lana oppure di una canottiera estiva. Spesso quando ci si incontrava tra amiche ci si portava dietro il proprio sacchetto col lavoro iniziato e contemporaneamente alle chiacchiere si lavorava a ferri e ci si scambiavano suggerimenti, aiutandosi l'un l'altra nei passaggi più brigosi. E a volte c'era per fortuna qualche mamma o parente più esperta a cui rivolgersi per aiuti e chiarimenti. Era un passatempo che travalicava le generazioni...






Mentre, come vedete, sono abbastanza le foto in cui mi hanno immortalato coi ferri in mano, non ne ho così tante in cui ho addosso le mie creazioni e quelle che ho non sono abbastanza nitide da mostrarvi. Questo scatto in cui sto prendendo cupamente il sole appoggiata a un tavolo, è uno dei pochi. Maglioncino di cotone a coste verde acqua con roselline rosa ad uncinetto applicate sopra, di sicuro un mio progetto visto la stranezza...




Sì, perchè a volte si copiavano gli schemi dai giornali, ma molte volte li si inventava. La sfida divertente, man mano che diventavo più bravina, era per me quella di sperimentarmi in punti sempre più complicati...





come ad esempio i rombi e gli alberelli a noccioline che vedete qui, in una delle poche maglie che ho conservato, non che la metta ancora no, è solo un cimelio...



Cimelio come questa sciarpa a punto pelliccia...che potrei mettere ancora...per lo meno per la Befana!


A proposito....BUONA BEFANA A TUTTI!